Spiagge

Passaparola

Prima di quell’indimenticabile giornata non avevo mai visto Ciro, un bell’uomo dallo sguardo bruno e profondo e dal fisico avvolgente. Lui aveva sentito parlare di me da due indimenticabili stalloni romani specializzati in penetrazioni da brivido con cui avevo passato un pomeriggio di sesso osceno. Dunque, grazie al loro passaparola, Ciro aveva saputo che ero una gran zoccola disponibile a tutto e mi scrisse chiedendomi di vederci e specificando che amava anche le situazioni all’aperto.

«Bene.» Risposi. «Quando mi porti a fare la troia?»

L’antipasto

Il giorno dopo, di mattina, era già a casa mia, affamato come un lupo. Prima di uscire volle assaggiarmi infilando il suo grosso cazzo in tutti i miei buchi sbattendomi sul tavolo del salone.  Uscimmo di casa e vidi che al volante della sua auto c’era un altro uomo, biondo ed elegante, Mi fu chiesto di sedermi davanti e iniziai a stuzzicare l’uomo accanto a me sbottonandogli i pantaloni per succhiargli l’anima. Ciro si posizionò al centro dei sedili posteriori e mentre affondavo la mia bocca sul grosso uccello del biondino, con la mano sinistra drizzavo con foga l’altro membro. L’eccitazione era troppa.

Il boschetto

Il biondino decise di fermarsi in un boschetto, neanche troppo discreto, dove i due mi sistemarono a pecora con le mani poggiate sul cofano per penetrarmi a turno. Non portavo le mutandine ma solo delle autoreggenti, una cascata di squirting mi bagnò completamente le calze e le scarpe. A breve a terra si formò un pantano. Le loro sonorità partenopee mi facevano impazzire mentre commentavano quanto ero puttana.

«Hai voglia di darla a tutti, vero?»

«Volevi fare la troia? Eccoti servita, ora ti portiamo a prendere cazzi e non potrai dire di no a nessuno.»

«Sì, bravi. Fatemi scopare da chiunque.» Supplicai.

«Allora è vero che sei una ninfamane? ‘Na suc’a pesce.»

«Bravi, trattatemi come una zoccola!»

«Tu, no sì come ‘na zoccola, tu si zoccola proprio, chiu zozza e ‘na battona. Oggi si ‘u nostro sborratoio troiona. Inginocchiati!»

Sborrarono e la loro crema si riversò sui miei capelli e sul mio viso.

I voyeur

Alzando lo sguardo, mentre con le dita mi toglievo la sborra dal viso per poi succhiarmele, ci accorgemmo di due tizi che si stavano masturbando guardandoci. Ciro gli fece cenno di avvicinarsi e mi ordinò di succhiare il loro cazzi. Mi buttai su quelle mega dotazioni senza esitazione infilandomeli entrambi in bocca e dedicandomi con dedizione a quel doppio sbocchinamento. Succhiai sino a ingoiare ogni goccia. Ciro e il biondo continuarono ad eccitarmi ricordandomi che ero la loro cagna e che mi avrebbero fatto prendere cazzi per tutto il giorno. Una volta ingoiata la sborra dei due guardoni che andarono via riconoscenti, risalimmo in macchina e ci fermammo a ridosso di una spiaggia.

La sorpresa

A noi si affiancò una macchina con due tipi dentro. Riconobbi gli stalloni romani specializzati in fantastiche doppie vaginali e anali.  Scendemmo tutti dalle nostre auto e loro mi salutano strizzandomi le tette e infilando le mani sotto i vestiti. Sapevo cosa mi aspettava e al solo pensiero ero fuori di me per l’euforia.

Abusata

Giunti in riva al mare Ciro mi dice:

«Spogliati, puttana!»

Obbediente eseguii gli ordini. Loro stesero un asciugamano sulla sabbia e gli stalloni dopo un po’ di preliminari, ripresero a sfondarmi con le loro doppie. Due cazzi insieme nella vagina mentre Ciro mi sfondava il culo e il biondo mi soffocava col suo bastone sino a infilarmi le palle in bocca. Poi avvenne il cambio. Due cazzoni nel culo e uno nella figa. Ero aperta all’estremo, mi sentivo veramente una cagna in calore. La mia voglia di cazzi non aveva limiti. Non badavo più a colui che mi scopava, gli anni la bellezza, nulla. Andava bene chiunque fosse capace di spaccarmi a dovere.

Tutti dentro

Si avvicinarono altri uomini che venivano invitati a fottermi. Uno spingeva talmente forte che ebbi paura di volare via. Io continuavo a giacere nel mio stesso lago che in breve si arricchii di tanti zampilli di sperma. Venni quasi di continuo. Finimmo all’imbrunire. Ci rivestimmo frettolosamente, andammo via soddisfatti. Mi salutarono baciandomi in bocca e ricordandomi che ero la loro troia. Rientrata a casa mi masturbai per giorni al ricordo di quella libidinosa esperienza.