I glory hole come barriera anticovid

Glory hole: le origini

Il glory hole, in lingua italiana “il foro della gloria”, era un buco praticato in una parete , ad esempio in bagni pubblici maschili o in altri luoghi particolari, attraverso il quale era possibile infilare il proprio genitale e compiere atti sessuali o osservare altri impegnati in essi, mantenendo l’anonimato.

Narra la leggenda

Pare che diverse donne, vagamente acidule, talvolta ingiustamente importunate, davanti a certe richieste di coito o altro, rispondessero: «Perché non fai un buco nel muro?» Evidentemente qualcuno ha pensato che l’idea non fosse così male. Indubbiamente questo qualcuno era ben lungi dall’intuire il successo di tale scoperta.

L’oscurantismo dell’omosessualità

In realtà, i  glory hole hanno una lunga storia nel mondo omosessuale. Quando la comunità Lgbtq+ è uscita allo scoperto rivendicando i propri diritti, sono gradualmente passati di moda. Nel 2018,  ritenendolo un oggetto degno di interesse culturale in quanto segno di un’epoca oscurantista del sesso omosessuale, il Museo Australiano Occidentale ha deciso di esporre un pezzo di questi muri.

Il restauro

Durante il restauro della stazione ferroviaria di Perth, come ci racconta Pier Stefano Notaro, è stata recuperato una porta di legno dei bagni adattata a glory hole. Ora è un reperto storico che testimonia la persecuzione dell’omosessualità avvenuta in Australia occidentale in cui i rapporti gay sono diventati legali solo nel 1990.

La riscoperta in anni recenti

I glory hole sono tornati in auge con la diffusione dei club privè. Ora si tratta di stanze da gioco per ambosessi. Le pareti riportano diversi buchi. Consentono di spompinare, segare e, addirittura scopare e inculare. Gli uomini infilano solo il cazzo e le donne decidono come usarli inserendoli anche nei giochi coi loro compagni di letto.

Il voyerismo

Oltre a consentire attività copulativa molti usano i buchi per spiare i rapporti sessuali di chi si trova nella camera da letto interna.

Sexy shop

Nei sexy shop, dove sono presenti semplici cabine con un solo buco, i clienti infilano il cazzo nel foro e quel che succede succede. Il divertimento è proprio questo: non sapere chi o cosa accadrà oltre quel muro.

Rifugi ANTICOVID

Oggi che, in tempo di pandemia, molte persone hanno limitato la loro vita sessuale, nei glory hole si è trovata la possibilità di consumare, diciamo così, in sicurezza rapporti sessuali anticovid. Tanto da riesumare, soprattutto nella puritana America, i club gay degli anni Sessanta dotati di questo tipo di muri. Addirittura, secondo i funzionari della sanità pubblica, si hanno notevoli ragioni di credere che potrebbero essere tra i luoghi più sicuri in cui copulare in questo momento.

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