L’invito misterioso
Occhi d’oro mi piaceva in modo speciale, lo avevo visto solo due volte ma tanto mi era bastato per non dimenticarlo mai, così maschio, deciso, irruente come una tempesta. Una sera m’invitò ad una serata particolare, senza darmi alcuna notizia sui contenuti di quel misterioso invito se non l’indirizzo e l’orario. Ero molto emozionata. L’avrei rivisto e assaporato ancora una volta e solo questo contava.
Richieste
Mi chiese di portare una serie di giochi hot: guinzaglio, manette, un calice. Mi presentai con un armamentario di toys, anche se poi non ne utilizzammo nemmeno uno. Questo succede spesso. Ho compreso che, molte volte, gli uomini ti chiedono se sei disposta a fare delle cose che in fondo non sono intenzionati a mettere in pratica ma li eccita il semplice fatto che tu sia disposta a tutto per loro, sentirsi dire di sì.
Compagni di gioco
Ad attendermi, nell’appartamento, c’era un uomo sulla sessantina con uno sguardo molto perverso ma dall’aspetto signorile e piacevolmente colto. E poi una bella ragazza alta, bionda, con un gran bel corpo. Iniziammo a conversare piacevolmente. Anche lei era interessante e la sua propensione al sesso sfrenato non aveva bisogno di essere espressa a parole. Prendevamo tempo, aspettavamo il “direttore d’orchestra”. Presto saremo stati tutti ai suoi ordini e io mi sentivo impaurita, come se potessi non essere all’altezza delle aspettative. Indossavo un abito nero con i lacci sul bustino sufficientemente aperti da mostrare una scollatura ombelicale. Il taglio della gonna era asimmetrico, da un lato lasciava fuori mezza gamba, ai piedi portavo delle scarpe in lamé col tacco a spillo.
Direttore d’orchestra
D’un tratto lui aprì la porta, eccentrico ed erotico come sempre; l’atmosfera cambiò immediatamente, tutto era più sensuale e per eccitarmi mi bastava il suo sguardo indefinibile e mordente. Io e la ragazza ci guardammo con complicità, sapevamo di dover eccitare i due tori e iniziammo a slinguazzarci e a succhiarci le tette, poi lui mi chiese di leccargliela e io lo feci con tutta la passione possibile facendo passare la lingua in ogni millimetro di quella vulva. Intanto i maschi avevano tirato fuori i loro membri. Noi iniziammo a scambiarceli e a succhiarli insieme, con lei mi sentivo in sintonia, ognuna conosceva il suo ruolo.
Insieme appassionatamente
Gli uomini, ormai nudi, presero la ragazza che si sedette di spalle sul membro dell’uomo più adulto prendendolo analmente mentre Occhi D’oro le sollevò le cosce per infilarglielo in quella figa bollente che avevo appena penetrato con la mia lingua. Se la sbattevano come demoni, io obbedendo agli ordini del capo mi misi dietro di lui in ginocchio per leccarlo tra le natiche fin quasi all’interno dell’orifizio per poi scendere e risucchiare le sue palle. Dopo aver chiavato per bene la ragazza, Occhi D’oro la prese per mano e sparirono nella camera da letto.
Presunta innocenza
Io rimasi a disposizione dell’altro maschio che mi prese analmente con le gambe sopra le sue spalle e il viso rivolto verso di lui. Mi fissava intensamente negli occhi mentre mi dava della puttana. «Vuoi che mi giri?» gli chiesi di modo che potesse scoparmi a pecora. Ma sorprendentemente rispose: «No! Mi piace guardarti. Hai un’espressione innocente che mi eccita.» Dopo di che iniziò a schiaffeggiarmi e a sputarmi in faccia mentre mi tirava i capelli all’indietro. Quanto mi piaceva essere presa in quel modo.
Momento magico
Quando la ragazza uscì dalla camera da letto mi disse che Occhi D’oro mi aspettava e che voleva scoparmi. Ecco il momento più atteso. Entrai in camera palpitante. Lui completamente nuda stava steso sul letto. «Leccami i piedi!» Iniziai a farlo con la massima dedizione, dito per dito, piede per piede, senza fretta. Sentivo il suo piacere e questo mi portava ad essere sempre più passionale. Con le mani accarezzavo le sue gambe e poi di nuovo, giù in gola il suo membro. Gli accarezzai il viso, il petto, i capelli scompigliati. Ero talmente immersa in quell’atmosfera erotica da viverla in modo onirico, come in un sogno. Si alzò all’improvviso. La ragazza nella stanza fianco urlava di piacere. Lui si sporse dalla porta per guardare. «Fottila che è una troia» disse all’amico, invitandolo a sbatterla più forte. Poi tornò da me, lo cavalcai sino a bagnarmi le palle.
Lieto fine
Ormai era sul punto di venire si alzò ancora e gli altri due ci raggiunsero nella stanza da letto. Io e lei riprendemmo a succhiarli e a segarli insieme fino a farli eruttare nelle nostre bocche contemporaneamente, quindi iniziammo a slinguazzarci passando e ripassando la loro sborra da una bocca all’altra per poi ingoiare tutto. Vederli così compiaciuti mi provocava un piacere indicibile mentre commentavano quanto eravamo troie e il loro compiacimento era il nostro orgasmo.